Lo so, molti di voi non accetteranno un articolo del genere su Silvio Berlusconi. L’imprenditore e leader politico è stato molto discusso in questo ventennio di carriera politica, e tra di voi non saranno pochi quelli che non lo sopportano.
Io personalmente negli anni passati l’ho attaccato, spesso duramente, ma vi voglio rendere partecipi del perché mi pento di averlo così aspramente attaccato, specialmente sui social network come Facebook.
Berlusconi è sempre stato al centro di un politica da leader forte, che ha un rapporto diretto con la gente, con il popolo. I giornali schierati a sinistra lo hanno sempre criticato, spesso con campagne mediatica terribilmente accanite, per questa sua centralità da leader di destra.
Io mi ritengo un uomo di idee politiche moderate di centro, anche se in economia sono socialdemocratico, sono perciò per riforme democratiche che privilegino la redistribuzione del reddito nazionale.
Negli anni passati anche io mi sono accanito molto contro il leader di Forza Italia, vittima anche io del lavaggio del cervello di certa stampa come il quotidiano Repubblica, che lo ha dipinto come causa di tutti i mali. In realtà era meglio lui di tanti leader di partito o uomini politici magari dell’altro schieramento, formalmente più aperti al dialogo ma in realtà meno ben disposti al rapporto benevolo verso la massa degli italiani.
Lo so che sembra tanto un “quando c’era lui”, ma rimpiango di aver passato tanti anni ad accanirmi con l’uomo di Arcore quando in realtà dinamiche di potere che lo tenevano a bada si sono poi rivelate meno benevole verso il popolo italiano.
Non possiamo dimenticare quando nel 2011 venne messo fuori da Palazzo Chigi, da un sistema che non lo voleva leader di popolo. Avrà anche vari difetti, ma Silvio Berlusconi me lo rimpiango, e soprattutto rimpiango di aver dato retta ai media nel contrastarlo con mezzi verbali anche accaniti e duri.
Secondo me, se lasciato fare, avrebbe fatto meglio lui di leader come ad esempio Romano Prodi o Mario Monti.
In questi anni, ripensandoci, mi rendo conto che il mio “odio” (odio tra virgolette), era più dovuto alle campagne stampa che lo demonizzavano che al fatto che fosse un pessimo leader politico e presidente del consiglio dei ministri italiano.