Siamo davvero liberi di essere noi stessi, o stiamo inseguendo un ideale di bellezza che esiste solo online? Dalla visione dei social networks, analizzando le piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook, è facile convenire come questi spazi virtuali abbiano amplificato il culto dell’estetica. Per raggiungere standards di bellezza estremi, irrealistici, gli utenti usano filtri, ritocchi fotografici, seguono estasiati e al contempo invidiosi influencers che mostrano corpi e visi perfetti; inoltre ci sono anche challenge virali (es. #PerfectBody o #GlowUp) che spingono gli utenti a conformarsi a un ideale di bellezza standardizzato.
La bellezza a tutti i costi
La spinta alla perfezione arriva anche all’intervento chirurgico per correggere i propri difetti fisici, perché i modelli a cui si vuole aderire non sono naturalmente raggiungibili, basati su immagini modificate o su corpi trasformati da sapienti chirurghi. Questo miraggio ad essere belli oltre ogni limite spinge l’individuo a perdere in autostima, specialmente quando il pubblico è formato da giovani. Abbiamo per esempio il fenomeno delle “Instagram Face” (viso standardizzato con labbra carnose, zigomi alti, pelle perfetta) o l’uso di app come FaceApp, un programma per smartphone che altera i connotati permettendo di migliorare in maniera verosimile la bellezza del proprio aspetto.
I costi della chimera della bellezza assoluta
Quando le persone, i giovani, le ragazze, si trovano immerse in questo ambiente tossico, che spinge a vedere ogni minimo difetto fisico della persona come insopportabile, arrivano inevitabili effetti sulla salute mentale, come ansia, depressione o disturbi dell’immagine corporea (es. dismorfofobia). Il continuo confronto con vite e corpi “perfetti” porta a insoddisfazione e competizione.
Cito dall’articolo https://www.corriereromagna.it/home/i-social-e-la-bellezza-per-l-87-dei-giovani-l-impatto-e-negativo-sull-autostima-DD401454
Per 8 persone su 10, i media hanno posto standard di bellezza impossibili da raggiungere. Il 68% ha dichiarato di aver subito dalle immagini proposte come canoni a cui ambire, un impatto negativo sulla propria autostima, dato che sfortunatamente aumenta fino ad arrivare all’87% tra i giovanissimi (tra i 18-24 anni). Il corpo, specialmente quello femminile, è da sempre oggetto di critica e giudizi. Oggi i social network e i media assumono un ruolo fondamentale nella ridefinizione del concetto di bellezza, influenzando soprattutto i più giovani.
L’indagine, condotta a livello globale ad aprile e maggio 2023, su un campione di 390 persone. Dal sondaggio emerge però una certa preoccupazione riguardo la sfera psicologica: oltre la metà degli intervistati crede che gli standard sulla forma fisica ideale rappresentati sui media li influenzino negativamente, generando una forte pressione rispetto all’idea che hanno della propria immagine e del proprio corpo. È evidente dunque la necessità di colmare il vuoto che c’è tra la realtà e la rappresentazione mediatica della moda e dei prodotti del beauty, rompendo schemi e pregiudizi. Circa l’80% non si sente infatti rappresentato dalle pubblicità del settore.
Altro articolo che mette il dito nella piaga:
https://www.dica33.it/notizie/39521/pericolosi-standard-bellezza-proposti-dai-social.asp
Vivere senza l’ossessione di essere perfetti. È ancora possibile? Social e pubblicità restituiscono ogni giorno l’ideale di donna bella se è magra e di uomo perfetto se è muscoloso. Gli influencer diventano riferimenti, modelli da perseguire e imitare. Impera il photoshop: i ripetuti ritocchi all’immagine. Per distendere la pelle del viso, lisciare una ruga, ridurre un giro vita, ammorbidire un seno, alzare un gluteo. Dentro una foto. Dentro un video. I filtri sui social network sono virtuali e distorcono la realtà, stabilendo un nuovo standard di bellezza. Un ideale irraggiungibile che si allontana dalla naturalezza e avvicina a stereotipi naturalizzati. Molti adolescenti presentano disturbi di dismorfismo corporeo a causa dei filtri di Instagram: vivono una preoccupazione ossessiva per il proprio aspetto fisico e vedono imperfezioni da cui diventano ossessionati e che vogliono correggere giorno dopo giorno. La corsa a ritoccare colpisce tutti, è trasversale. E può generare una forte pressione soprattutto sugli adolescenti quando i contenuti sono aperti alle critiche della comunità. Una sovraesposizione no-stop che mina nel profondo l’autostima. Soprattutto se si investe su modelli non realistici. Immagini fake e irraggiungibili nella loro perfezione. Immagini che monopolizzano gran parte delle proprie esperienze e condiziono le esperienze e il benessere generale.
Stiamo diventando tutti copie di un unico modello estetico?
Il mercato che ruota intorno alla bellezza, femminile o maschile che sia, vale miliardi di euro, ed è direttamente alimentato da social come Instagram. Creme, trattamenti, interventi estetici, app di fotoritocco a pagamento: i social spingono a spendere in varie forme per inseguire l’ideale di bellezza che propongono.
C’è anche un altro lato, meno considerato, che è creato a questo massiccio uniformarsi ai canoni estetici virtuali: i social stanno omogeneizzando la bellezza. Come tanti articoli automatizzati dall’intelligenza artificiale, siamo omologati a diventare sempre più simili nel tempo tra di noi, con il proliferare di look simili in tutto il mondo (stessi makeup, stessi outfit) a scapito delle peculiarità culturali o individuali.