Cos’è il Karma ?
Il Karma è un termine sanscrito che si può tradurre come agire, azione, e sta ad indicare presso le filosofie orientali la legge di causa-effetto che regola l’universo degli esseri viventi.
Inizialmente nata con l’Induismo, la concezione è poi confluita nel Buddismo. Il Karma regola la vita di tutto ciò che è manifesto nell’universo, vincolando le anime al Samsara, il ciclo di morti e rinascite continue, ovvero la reincarnazione.
Che cos’è il Karma?
La legge del karma, principio ben noto e tenuto in alta considerazione nella civiltà orientale, viene spesso frainteso da quella occidentale, è una legge naturale in grado di spiegare le infinite differenze fra la personalità e il destino degli esseri umani.
Partiamo da una considerazione di carattere fisico. Secondo la terza legge di Newton, ogni evento fenomenico ha una sua causa e produce degli effetti. Le dottrine spirituali ed esoteriche, e in modo particolare i Veda, allargano questa concezione anche alla vita morale e spirituale dell’uomo.
La parola sanscrita karman deriva dalla radice verbale kri, il “fare”, e indica perciò le “azioni” e i loro effetti in questa o in altre vite. Nell’induismo e poi nel buddismo, dunque, il karma è la legge di causa-effetto che regola la vita di tutto ciò che è manifesto nell’universo, vincolando le anime al Samsara (dal sanscrito “pellegrinaggio”, “percorso”), ovvero il ciclo di morte e rinascita viene spesso raffigurato visivamente come una ruota.
Samsara è il viaggio che ogni anima (atman) deve affrontare per poter giungere alla liberazione definitiva (moksha o muktt) e ricongiungersi al principio assoluto, il Sé superiore, origine e fine di tutte le forme di vita.
Per purificarsi deve passare di corpo in corpo in modo ciclico fino a quando non raggiunge la perfezione, vale a dire la relazione di puro amore per Dio, che rende coscienti della propria vera natura divina. Fino a che non saremo abbastanza puri e desiderosi di ricongiungerci a Dio, torneremo quindi più e più volte a prendere nuovi corpi materiali al fine di eliminare dalla nostra coscienza tutti i desideri di natura materiale. Ogni accadimento della nostra vita umana, anche quando saremmo tentati di attribuirlo al caso, in realtà è l’effetto di un’azione compiuta in precedenza, o si convertirà a sua volta in causa che produrrà effetti in futuro, a seconda di come è stato affrontato nel presente.
La prima fonte nella quale troviamo formulata la legge del karma sono i Veda, la cui collocazione storica risale al 1500 a.C. Nelle Upanishad – ovvero la parte conclusiva dei Veda – sarà poi così enunciata: “L’anima individuale si determina secondo particolari condizioni, nelle forme che sono conseguenza del suo precedente agire, secondo il proprio grado”.
La legge di causa ed effetto, infatti, conosciuta nella letteratura vedica come “legge del karma” e simboleggiata nella Bibbia dalla frase “ciò che semini raccoglierai”, viene spesso confusa con una specie di punizione. Al contrario, essa possiede una valenza estremamente positiva: il karma propriamente compreso ci consente d’imparare dai nostri errori e di riparare colpe commesse nelle esistenze precedenti. Spesso l’apprendimento procede in maniera sottile: anche se non ricordiamo gli errori commessi nelle vite precedenti, siamo guidati naturalmente verso il progresso, o il regresso, a seconda dei desideri e delle attività del passato.
La mia opinione su cos’è il karma
Secondo la mia modesta opinione, non è detto che un pensiero così sofisticato sulla nostra vita terrena, non sia vero. Io però opto per vedere una costruzione metafisica così complessa come un’architettura imposta dall’uomo per non perdersi con il pensiero della morte. Come il cristianesimo aveva creato l’aldilà, così il sistema induista vede una serie di reincarnazioni che attendono la presunta anima della persona. Penso che come esseri biologici, abbiamo una sola possibilità di incarnarci in un individuo, e come diceva Piero Angela, è già difficile avere la vita come uomo o come donna, una possibilità su miliardi. Questo essere biologico prima non esisteva e continuerà a non esistere dopo la morte, dato che l’anima altro non è che l’insieme del carattere e dei pensieri che vengono prodotti nel cervello.
Il karma vede l’esistenza il passaggio ciclico di corpo in corpo. Ma questa relazione tra essere viventi che sarebbero occupati da una stessa anima nella realtà oggettiva dove la osserviamo, dove la ritroviamo?
Mi sembra una creazione di un universo dove un Dio opera per la nostra purificazione, ma è la versione ottimistica della vita come il Paradiso cristiano, che dovrebbe darci come ricompensa il benessere eterno per come abbiamo vissuto.
Il fatto stesso che ciò che seminiamo raccogliamo secondo il karma, possiamo vederlo come un universo che ci ricompensa per le nostre azioni. Questo è un universo immaginato come in fondo ‘giusto’, ma è una proiezione di una ricerca di una saggezza che è desiderata, ma difficile da trovare in un cosmo, senza la volontà di un Dio che ci concede una giustizia per il nostro agire.
E’ il desiderio di noi esseri umani a volere giustizia, che ha prodotto come parto una sistemazione universale delle nostre realtà in questa dottrina.
Secondo la scienza, abbiamo solo una vita da vivere che non è neanche troppo lunga, difficile riscontrare queste reincarnazioni se non si è credente.
Conclusioni
Immaginare una vita dove le azioni positive creano meriti e viceversa quelle negative demeriti, questo è cos’è il karma, è immaginare una vita fatta di giustizia. Un desiderio antico che la dottrina orientale ha voluto incarnare nel karma, ma che io ritengo una proiezione delle nostre volontà, difficile da trovare reale nella vita delle persone.
Questo karma è la proiezione della saggezza spirituale dell’Oriente, che ha creato un sistema fatto di compensi e punizioni alla base del nostro vivere, che in realtà è soltanto la volontà di vedere un mondo più giusto, più compassionevole.
Fonte: https://www.ilgiardinodeilibri.it/speciali/karma-la-legge-della-causa-ed-effetto.php