Ho vissuto a Roma sino al 2004. Sono passati dieci anni, e la Capitale, la Città Eterna, è divenuta un problema noto nel mondo per le condizioni di degrado. Addirittura in questi giorni è scoppiata la polemica tra il sindaco Marino e la stampa inglese, sulle peculiarità dei problemi a cui va incontro un inglese venendo nella città.
Personalmente ci sono tornato per vari motivi, diverse volte, negli anni, e ogni volta la trovo peggiorata, con ferite ancora più profonde ed estese.
Quali sono i problemi di Roma ? Tanti, come ne possono avere le metropoli, ma soprattutto le caratteristiche che la rendono unica nelle sue problematiche sono specifiche del degrado al decoro, all’illegalità, al rispetto di chi ci vive o è ospite per la città stessa.
Roma non viene rispettata per quello che è: una citta stupenda, meravigliosamente testimone di civiltà importanti, di una rilevanza per la storia, la religione, la cultura che echeggia ovunque nel mondo.
Le ferite di Roma fanno sanguinare chi ama Roma: non si può ignorare che una città, il cui centro storico è patrimonio dell’umanità per l’UNESCO, venga oggi oltraggiata quotidianamente da azioni che ne deturpano la dignità.
Vediamo di accennare ad alcuni problemi legati al degrado:
– Rom. Le popolazioni chiamate comunemente ‘zingare’ non sono ben viste dalla popolazione romana. Sono conosciuti normalmente per attività che non possono che generare avversione in molti italiani. Chi ha visitato e conosciuto Roma, sa per esperienza che i Rom sono impegnati in stili di vita lontani da quello borghese. Accampamenti scandalosamente indecorosi, accattonaggio professionalizzato, sfruttamento dei minori, borseggio scientificamente organizzato. Tutto ciò che sono i Rom, è lontano dal mio modo di pensare, dalla mia cultura, e ciò in cui li ho visti impegnati negli anni di presenza a Roma, spesso è illegale o socialmente disdicevole. In più si sono aggiunti problemi di tipo nuovo come quello che riporto da un articolo del quotidiano il Tempo:
I roghi tossici di rifiuti nei campi nomadi continuano ad avvelenare i residenti nell’indifferenza generale. Via Salviati, Magliana, Muratella, Nuovo Salario, Tor Sapienza, Ponte di Nona, nonostante la Commissione europea già a marzo abbia acceso i riflettori sul caso chiedendo chiarimenti, e soluzioni, al Comune di Roma, gli unici interventi sul campo restano quelli di forze dell’ordine e vigili del fuoco. «Quando abbiamo denunciato la “terra dei fuochi” causata dalla combustione incontrollata di rifiuti nei campi nomadi – denuncia Cristiano Bonelli, consigliere Ncd in III municipio – Arpa ci ha comunicato che non è in possesso di una strumentazione che possa verificare il grado di tossicità dell’aria, i macchinari misurano solo lo smog: come è possibile, in queste condizioni, controllare cosa respirano i cittadini?». La stessa Arpa, rispetto alla situazione di via Salviati dove sorge un campo nomadi cosiddetto “tollerato”, ha comunque chiarito che «porzioni estese del terreno risultano contaminate».
Il problema è noto e, dopo che anche Bruxelles ha chiesto chiarimenti al Comune di Roma prefigurando la possibile apertura di una procedura di infrazione, tra i cittadini cresce la preoccupazione. In estrema sintesi i nomadi bruciano materiali, in condizioni di assoluta insicurezza, per poterli rivendere sul mercato illegale (ripulendo per esempio il rame dalla plastica) o per disfarsene evitando i costi di smaltimento. Non è un caso, quindi, che nubi tossiche e discariche di immondizia caratterizzino la totalità degli insediamenti abusivi o autorizzati.
Tratto da http://www.iltempo.it/roma-capitale/2014/08/23/a-8-mesi-dallo-sgombero-nuovi-accampamenti-nel-casale-di-parco-somaini-nessuno-abbatte-la-baraccopoli-nonostante-gli-incendi-1.1299779
Aggiungo che sembra, a detta di molti, essersi istituito non legalmente ma nei fatti una sorta di sistema istituzionale di impunità per i Rom. Per esempio, se una madre italiana mandasse i figli a derubare i turisti pubblicamente in una della più grandi stazioni ferroviarie del mondo, pensate che i servizi sociali starebbero a guardare ? Ciò è invece consentito a persone non italiane.
– Abusivi. Negli ultimi anni, Roma ha mutato il proprio aspetto urbano. In quasi tutti i luoghi insistono persone che esercitano il commercio abusivo, ovviamente senza pagare tasse, senza permessi, e spesso questi commercianti senza legge sono cittadini extracomunitari. In realtà dopo una prima analisi, sembra che esiste tutto un sistema dell’abusivismo che dovrebbe fare capo a non meglio precisate entità criminali, non necessariamente italiane. Ma di questo non ho la certezza, se ne dovrebbero occupare le forze della legge.
Spesso questi abusivi s’impadroniscono di una parte del territorio urbano, addirittura impedendo la circolazione pedonale. Talvolta abbiamo stazioni della metropolitana, marciapiedi occupati solo da lenzuoli con merce esposta di infima qualità, della vera paccottiglia.
Riporto, da un commento Web, con il beneficio del dubbio: “Vivono stipati in appartamenti all’Esquilino e la mattina si dirigono con bustoni pieni di merce verso Colle Oppio, Colosseo. Nessun controllo in queste case dove sicuramente viene stipata anche molta merce. Chi affitta queste case? In regola???? Non si vuole far niente questa la verità. Basta fare una operazione coordinata e si scoprirebbero molte cosucce…”
– Sbandati. Homeless, senzatetto, barboni, clochard. Chiamandoli in mille modi, non cambia la realtà: le persone che vivono da emarginati nelle grandi città sono una piaga in ogni metropoli della Terra.
Ma vale la pena di considerare che alla voce sbandati si aggiungono persone che espletano i bisogni davanti a tutti in qualsiasi momento, che dormono nei giardini pubblici, che si posizionano per dormire per strada senza tener conto del luogo, che si denudano. Sono completamente abbandonati a loro stessi, e nonostante esista un florido business dell’assistenza, alla fine sono persone reiette e che rendono la città penosamente degradata per il modo di mostrarsi.
Riporto dal Web: “Ovunque gente abbandonata a se stessa, priva di assistenza. Una città bigotta e perbenista di facciata ma disumana nei fatti, in cui l’unica politica sociale consiste nel riempire le strade di senzatetto e vittime dell’alcool. Ma anche questo è un business sul quale sono in tanti a mangiare.”
– Writers. Considerati degli artisti da molti, in realtà non sono altro che degli imbrattatori che firmano qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, spesso con scarabocchi senza nessun valore estetico.
Girando per la città, il 99% dei vandalismi grafici sono semplici firme con lo spray che per quasi tutti i romani non hanno nessun significato. I bei disegni sono rari, e non sempre fatti su supporti architettonici che meriterebbero di essere destinati al ruolo illegale di tela per degli sconosciuti.
Secondo me chiamarli artisti è un insulto all’intelligenza ed al buon gusto, lo fossero veramente potrebbero diffondere i loro capolavori anche attraverso un sito Web e dipingere su una tela acquistata con i loro soldi. Il costo in termini di degrado urbano e di spese per la rimozione dei graffiti è enorme.
– Sporcizia. Il massimo della mancanza di rispetto per la Capitale è nell’irriguardoso modo di renderla sporca. Immondizia, cartacce, oggetti gettati a ridosso dei cassonetti, urina, erbacce non rimosse, discariche abusive, tutto complotta contro l’immagine di una metropoli pulita ed ordinata come altre d’Europa.
– Vandalismo. Distruggere è un passatempo, un modo per sfogare la frustrazione. Esistono tanti modi di divertirsi vandalizzando, alle volte molto semplici: adesivi sulla segnaletica stradale, una statua del Pincio distrutta, un’automobile rigata con una punta di ferro, e tanto altro che sarebbe inutile tentare di riassumere. Sicuramente il vandalo sa di essere impunito, e questo permette un’assoluta volontà di arbitrio su cosa e quando distruggere a Roma.
– Illegalità. Due esempi di illegalità:
Il mercato del rubato. In Via Carlo Felice, tra la basilica di San Giovanni in Laterano e quella di Santa Croce in Gerusalemme, è divenuto permanente quello che molti osservatori nel Web identificano come il mercato della roba rubata. Non usata, ma tolta ai legittimi proprietari e poi rivenduta al parco citato. Chi si azzarda a fotografare o riprendere, con fotocamere e videocamere, viene aggredito. L’aspetto di questo mercatino è desolante: un parco pubblico della città viene destinato da pochi, in maniera del tutto illegale, alla vendita di oggetti rubati. Controlli dello Stato: apparentemente assenti e comunque non risolutivi.
I parcheggiatori abusivi. Se avete la sventura di parcheggiare in una zona controllata da un parcheggiatori abusivo, è come se gli aveste consegnato la proprietà della macchina. Questi individui si sentono in diritto di pretendere una somma per il fatto stesso di essere presenti, e la pena per chi rifiuta sono minacce, aggressioni, danni alla macchina.
Un esempio concreto il pizzo preteso al parcheggio già a pagamento della stazione Termini: avete compreso bene, dovete pagare il parcheggio e anche il parcheggiatore abusivo, che in caso contrario ve la farà pagare.
Questo articolo non può e non vuole essere esaustivo di tutti i problemi che degradano la città come ambiente da vivere. E’ solo la ribellione intellettuale ed emotiva contro quegli amministratori della città di Roma, che permettono che la città più importante d’Italia, una delle più belle del pianeta, possa venire oltraggiata da persone senza nessun rispetto per la sua storia, il suo presente.
Questo articolo è stato possibile grazie al contributo di fotografie della città di Roma della pagina Facebook https://www.facebook.com/riprendiamoci.roma – Vi consiglio di iscrivervi alla pagina.
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Il degrado di una Capitale