Spesso accade che nel trattare un tema, qualsiasi, sia nella comunicazione interpersonale che di massa, noi diamo una maggiore importanza al tema stesso. Cioé il tempo nel trattarlo diventa la priorità.
L’esperienza ce lo insegna: quante volte tornando su un argomento, nel parlare con una persona, ne riaccendiamo contrasti, dissapori, opinioni accantonate. Una questione è spinosa proprio perché se ne parla; ci sta a cuore ciò di cui noi trattiamo.
L’errore provocato dai media, potrebbe essere quello di ingigantire l’importanza di un tema trattato, nel fatto stesso di parlarne.
Non importa il settore di appartenza, non importa solamente l’emittente del messaggio, ma in un certo senso l’agenda di importanza del dibattito, seguendo una linea teorica della communication research (l’agenda setting), è definita dal dibattito stesso, dal parlarne.
Quanti conflitti dimenticati invece con milioni di morti in Africa ? Quanta attenzione invece ad ogni singolo fatto di presunta matrice terroristica islamica, quasi a crearlo il nemico estremista islamico d’Occidente ?
Sappiamo tutti che le persone hanno il potere di cambiare canale TV, ma non quello di decidere sempre e comunque quali tipi di contenuti vedere.
Se la TV vuole privilegiare un determinato tema, come l’onnipresente politica, difficile che l’individuo massificato prenda coscienza di un inutile sperpero di tempo appresso a partiti e partitini, mentre si decidono altrove questioni globali determinanti il nostro futuro.