Complice la rete Internet, con i suoi toni al ribasso emozionale, l’informazione sta vivendo il suo periodo massimo di sensazionalismo da strillone.
Si nota facilmente, per certe testate che trovano nel Web la loro espressione massima, la tendenza verso un’informazione strillata, su di toni, che punti all’emotività del lettore distratto piuttosto che al desiderio di conoscenza dell’attento ed informato lecteur.
Non è facile trovare fotografie spinte addirittura vietabili ai minori accanto a titoli sgrammaticati che puntano tutta l’attenzione alla storia-scandalo, alla notizia curiosa, magari volutamente esagerata.
Questo è dovuto ad una sorta di volontà dell’istinto nella condivisione, dell’individuo che preferisce essere stimolato nei suoi bassi istinti piuttosto che informato con professionalità : le parole adoperate, i toni, le immagini sono di proposito su di tono, esagerati, quasi che non fosse possibile filtrare la realtà lasciando all’asciutto tono drammatico, pruriginoso, curioso altro che di esprimersi con la violenza del fatto crudo, vissuto crudemente.
Fino a ieri l’informazione era soft, un poco come i film di guerra: tra l’omicidio di un nemico in guerra filmato da Spielberg in “salvate il soldato Ryan” e i vecchi film di guerra statunitensi degli anni 50-60, ci sono abbissi di fotografia, sequenze, effetti speciali, crudezza delle ferite. Sembra un altro pianeta, quello rappresentato nell’informazione di oggi, invece è la realtà che viene filtrata esaltandone la plasticità ributtante, assurda, curiosa, drammatica.
Personalmente sono contrario a questo modo di rappresentare il reale: la persona colta, informata, riflessiva non ha bisogno di vedere la carne viva per sapere come è fatta la vita, così come il lettore maturo e non superficiale per comprendere la forza di una notizia non ha bisogno che gli venga sbattuta addosso con violenza. Questa è la pornografia della realtà .