Proprio nel momento in cui una persona è schifata dalla politica, proprio allora, se non ha ideali forti per cui combattere, accetta che gli si tolga il diritto di scelta. Rimane prigioniero di un sistema malato.
Tangenti, slealtà , nepotismo, gerontocrazia, raccomandazioni, clientele, associazionismo mafioso e paramafioso: non ci sono limiti alle possibilità di un sistema corrotto più di quello di Tangentopoli, scoperto negli anni 90. Possibilità di delinquere, di non rispettare i propri elettori, i propri concittadini.
Lo schifato dalla politica è il prototipo di colui che molla, che lascia che gli si faccia di tutto. Troppo deluso di un mondo che in realtà intuisce più che conoscere, chi è nauseato dai metodi della politica rinuncia al cambiamento. Odiando il sistema, in realtà con la sua passività sostanziale innocua permette che non si rispetti nulla di ciò che vorrebbe realizzato.
Assomiglia a quelle donne che si lamentano degli uomini, e poi diventano compagne del più arrogante, egoista e addirittura violento.
Non questiono dei profondi risvolti psicologici, mi limitò ad osservare che ad un disprezzo esibito nei discorsi dei cittadini italiani non fa riscontro un vento di rinnovamento che alimenta un mondo politico.
Più si odiano i privilegi, più se ne impogono di aberranti. Più ci si lamenta della politica, più scandali sempre più grandi e gravi si affacciano sui media. Siamo disgustati ma non reagiamo con forza. Ci lamentiamo a capire, e patire.