Ciao Michele, grazie per avermi concesso l’intervista. Prima di tutto, spiegaci in poche parole chi sei e cosa fai.
Ciao Roberto, grazie a te. Sono un consulente SEO e PPC, Google Partner, formatore e divulgatore, questo per gli addetti ai lavori. Per i meno avvezzi do visibilità ai siti web, faccio in modo che gli stessi vengano trovati dagli utenti che digitano specifiche parole chiave nei motori di ricerca.
Ho letto di te che hai iniziato nel 2012 nella scrittura e poi hai virato verso la SEO e Google Ads. Come ti sei formato in questi anni? Hai avuto dei canali privilegiati?
Corretto, volevo fare il giornalista. Scrivevo per un editoriale online e gli articoli iniziarono a portare più traffico degli altri. Da lì venni a conoscenza della SEO ed è stato amore a prima vista. Ho abbandonato il giornalismo e mi sono buttato a capofitto in questo fantastico mestiere. Nel tempo ho scoperto Google Ads, all’epoca Adwords. Ricordo che era sorprendente la velocità con la quale portava i risultati, laddove la SEO ovviamente necessita di tempi più lunghi. Erano gli anni in cui “se fai SEO non puoi fare Adwords”, i classici luoghi comuni che in qualche modo ti fanno sentire in difetto. Per fortuna, dopo un primo momento dove ci ero cascato anche io, non ho dato ascolto a queste frustrazioni di terza categoria e da quel momento ho sempre fatto convivere questi due mondi.
Alla luce della tua esperienza, quali consigli ti senti di dare ad un principiante che si affaccia al mondo SEO e SEA adesso?
Passione, determinazione, curiosità, umiltà. Se non si hanno questi ingredienti è meglio cambiare subito l’idea di avventurarsi in questo lavoro. Potrei dare molti consigli, ma preferisco lasciarne uno solo: armatevi di santa pazienza, olio di gomito e sacrificio. Senza quest’ultimo difficilmente si arriva da qualche parte e chi sostiene il contrario mente.
Se un cliente ti affida un sito da posizionare lato SEO, quali sono i primi passi con cui tratti il sito stesso?
Dovrei condividere il mio modo di lavorare e questo risulterebbe infinitamente lungo. Ci sono tantissime cose da fare, ma nel tempo ho capito che è fondamentale partire dal metodo scientifico: osservazione e analisi. Estremamente importante è sapere la storia di quel sito e quali sono stati i KPI finora analizzati. Direi che subito dopo il metodo scientifico è fondamentale ascoltare quello che ha da dire il potenziale cliente.
Come ti aggiorni per la SEO? Libri, corsi, blog, oppure?
Testando tutti i giorni, continuamente. Nell’ultimo anno mi sono dedicato molto a la “ricerca e sviluppo” anche per tutta la storia dell’AI che è arrivata prepotentemente. Per il resto dedico almeno un’ora al giorno, tutti i giorni, a leggere siti verticali, autorevoli e a confrontarmi con altri colleghi.
Quali sono gli errori più comuni che i tuoi colleghi SEO specialist, magari quelli meno preparati, fanno nel loro lavoro?
Non mi sento di giudicare il lavoro di altri. Nel tempo ho constatato una minuziosa e accademica interpretazione della SEO laddove in realtà è una disciplina che si è evoluta davvero molto e andrebbe vista in un insieme più complesso. In linea generale vedo molta più attenzione al contenuto che alla parte tecnica e questo un po’ fa sorridere perché entrambe le attività sono importanti. Poi ovviamente dipende sempre da progetto a progetto.
Quali strumenti per la SEO utilizzi nell’attività quotidiana di professionista?
Il cervello. Questo è lo strumento più importante per un SEO. Se invece vogliamo parlare dei tool (sono davvero tanti elenco i principali) direi: Screaming Frog, Search Console, Analytics, SEMRush, SEOZoom, Sistrix, Ahref, Majestic, Planner, Trends, Technicalseo
Essere Google Ads Partner come te, cosa significa per un tuo cliente? In cosa vi è la certezza che tu sia più avanti rispetto a chi non lo è?
È un’etichetta, e come tale, tende a tutelare in qualche modo un potenziale cliente, dando risalto al tempo stesso a chi la possiede. Conosco professionisti non Partner davvero molto bravi e preparati, quindi direi che rimane una semplice medaglia da attaccarsi. Un aspetto interessante dell’essere Partner è sicuramente quello di ricevere anticipazioni, per il resto ho paura che possa essere più una vanity metric per noi tecnici che altro. Non voglio sminuire l’essere Partner anzi, ma provare a dare il giusto peso alle cose.
Quali sono i SEO che stimi e segui particolarmente nel panorama italiano?
Stimo tutti coloro che fanno bene questo mestiere.
Cosa pensi dell’intelligenza artificiale? In futuro ruberà il lavoro ai SEO specialist come paventano alcuni?
È una tecnologia e come tale va trattata. Se usata bene, a supporto e non a sostituzione, può migliorare il nostro lavoro, non tanto nella qualità ma nel modo. È in grado di velocizzare processi molto macchinosi, può aiutare a trovare soluzioni dove potrebbero servire anche due o tre ore di revisione manuale.
Nonostante l’intelligenza artificiale esisteva anche prima, molti la vivono come una novità assoluta e questo genera timore. Io sono dell’opinione che bisogna abbracciare il progresso e sfruttarlo a nostro vantaggio. L’AI cambierà sicuramente il modo di lavorare, lo sta già facendo in parte, probabilmente qualche figura verrà rimpiazzata ma non sostituirà mai il professionista.
Cosa vedi nel futuro della SEO? Quali linee evolutive saranno più importanti?
È impossibile dare una risposta o fare previsioni. Sicuramente la qualità sarà fondamentale. Se ieri era fattibile lavorare di quantità piuttosto che di qualità, oggi questo paradigma si è invertito. Non posso dire cosa succederà alla SEO nei prossimi anni ma di due cose sono certo: 1) non morirà, 2) sarà sempre più complessa.
Consigliaci 3 libri sulla SEO e 2 libri su Google Ads
SEO: The Art of SEO, SEO Audit Avanzato e Google Liquido
ADS: Google ads Agile, Come fare Remarketing
Parlaci della tua esperienza come formatore con The Breaking Web
“The Breaking Web” è un progetto nato quasi per caso, seppur molto ambizioso. Mi ritrovo coinvolto in moltissime iniziative, eventi, webinar e questo rafforza la mia convinzione secondo la quale, se lavori bene i risultati arrivano. Con TBW inoltre ho la fortuna di confrontarmi con colleghi straordinari, parlare di cosa potrebbe funzionare e cosa no, fare test e sperimentare nuove soluzioni da offrire poi alla community. Sono molto contento di questo progetto.
Sei soddisfatto della tua carriera? Conoscendoti, so che lavori molto e duramente per i tuoi obiettivi.
Si, mi ritengo abbastanza soddisfatto (non sarà mai troppa la soddisfazione) ma anche fortunato. Ho lavorato duro per molto tempo e posso dire che quando lo fai con costanza e determinazione i risultati arrivano, sempre. Forse la soddisfazione è direttamente proporzionale al sacrificio, all’impegno che mettiamo ogni giorno. La fortuna forse risiede nel tirar su i risultati quanto prima, ma posso dire con certezza che la costanza è l’arma che porta alla vittoria.
Oltre al tuo lavoro, cosa fai nel tempo libero, Michele?
Cerco di dedicare quanto più tempo possibile a me stesso cercando di stare all’aria aperta. Leggo, mi informo tanto su qualsiasi cosa, faccio sport e lavoro su me stesso per diventare un professionista migliore ogni giorno.
Della tua vita privata vuoi dirci qualcosa?
Amo la musica, il vino bianco e gli scacchi. Per il resto preferisco parlare della mia vita professionale.
Se dovessi convincere un cliente a contattarti, quali aspetti da professionista puoi vantare che altri non hanno?
Non devo convincere nessuno, ho lavorato tanto per poter godere del privilegio di scegliere e non di farmi scegliere. Se qualcuno decide di affidarsi a me spero che lo faccia perché si è informato prima.
Grazie Michele dell’intervista, lasciaci un tuo recapito per eventuali contatti professionali da chi ti ha letto.
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