Noi tutti conosciamo, anche solo per sentito dire, l’importanza di Vincent Van Gogh. I dipinti di una bellezza e di un valore unici nella storia artistica di questo pittore sono qualcosa che simboleggia l’Arte stessa.
Eppure, Van Gogh era disturbato a livello psicologico. Della sua pazzia se ne sono occupati in molti. Si mozzò un orecchio deliberatamente, si dice per motivi economici legati al matrimonio del fratello, e si sparò, poi morendo.
Se noi dovessimo giudicare, e di questo voglio parlare, Van Gogh come mente, se lo avessimo conosciuto nella vita di tutti i giorni allora, che opinione avremmo ?
Sarebbe un’opinione basata sulla cifra e sul calibro artistico, di inestimabile importanza ? Oppure sarebbe un giudizio su una mente fragile, instabile, folle ?
Il nocciolo del mio discorso, in sintesi estrema, è che la mente di una persona è una. Ma i modi in cui la possiamo conoscere sono diversi e molteplici. Come scriveva Pirandello, siamo “uno, nessuno e centomila”.
Il Van Gogh folle è esistito, come il Vang Gogh genio assoluto. Così nel nostro vissuto incontriamo persone che noi conosciamo al lavoro, nei momenti di svago, per la strada, come parenti e come amici. Veniamo a conoscere individui come VIP della politica, dello spettacolo, dello sport.
Se andiamo ad indagare il nostro modo di conoscerli, vediamo che sono aspetti e modalità di conoscenza determinate e che determinano in maniera specifica la maniera in cui la mente di queste persone comunica se stessa con noi.
E’ un discorso che affonda le sue radici nel filosofico, ma in sostanza voglio mostrare il semplice fatto che incontrare una persona nel ruolo di avvocato in uno studio che ci è stato raccomandato, cambia completamente la conoscenza di questa persona per noi, rispetto ad amico di amici presentato in una discoteca in un momento di evasione.
Pensate al modo di flirtare con una ragazza per un ragazzo… chi ci presenta, la situazione, le compagnie, il momento giusto… cambiano proprio il modo in cui le due menti si attraggono.
In sostanza noi non conosciamo veramente una persona come mente in modo assoluto, ma la veniamo a conoscere, a percepirne le emozioni, le riflessioni, i pensieri, le abilità, nel modo in cui la vita ci ‘presenta’ pregi e difetti, caratteristiche di questa persona.
Abbiamo una persona davanti, ma potremmo considerarla infinite, in base ai tanti modi con cui relazionarci. Basti pensare ai ruoli sociali: una donna è madre per il figlio, amante e compagna per il marito, collega, passante attraente, quante ne sono ?
Quando Pirandello affrontava il tema della molteplicità dell’essere, affrontava il nodo cruciale delle mille facce della personalità, della persona. Eppure io uno sono.