La gente comune commette spesso un errore di fondo: pensa che la conoscenza sia un qualcosa che viene trasmessa attraverso la formazione, dando valore elevato soprattutto ai titoli di studio riconosciuti.
In realtà il modo in cui la nostra mente si appropria della conoscenza del mondo e di sé stessa è un processo complesso, e non esiste una forma univoca per conoscere il mondo.
Personalmente, credo che la conoscenza vera, non nozionistica o puramente ‘a parole’, sia una conquista personale che passa certo dallo studio, dall’approfondimento sui libri, ma che ha bisogno di varie modalità di acquisizioni, di vari metodi del sapere, per essere veramente completa, piena, profonda, duratura.
Abbiamo l’esperienza diretta. Le testimonianze della rete sociale delle nostre conoscenze. I mezzi di comunicazione di massa, tanto più importanti quanto lontano dalla conoscenza diretta è il sapere condiviso dagli stessi. I documenti, i libri.
Come fonti. Ma anche la pluralità dei metodi di acquisizione della conoscenza è importante. Non si può vivere solo di approccio scientifico per capire e conoscere, e neanche solo d’Arte. Anzi, è proprio nel confronto continuo tra metodi che l’umanità riesce ad illuminare un fenomeno e a visionarlo, acquisendolo, nelle varie sfaccettature: effetti psicologici, bellezza, rapporti matematici con la realtà, valore morale delle implicazioni legate ad un fenomeno umano e così via discorrendo.
Solo la ricchezza dei punti di vista sulla realtà, umana e fisica, può raggiungere una relativa completezza del sapere necessaria per informare, arricchire, migliorare, preparare l’essere umano alla realtà complessa che si trova a vivere nel mondo.
E, in generale, questa ricchezza è creata dal nostro approccio maturo alla conoscenza. Che è quindi non trasmessa solo, ma cercata, capita e appronfondita come conquista personale continua.